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Lu medeco d’i mattì è un testo tratto dalla commedia omonima di E. Scarpetta, seguendo il film di Totò. L’ambiente originale è quello dei primi decenni del ‘900 ; per noi diventa un’età indefinibile molto vicina agli anni 60/70. L’ambiente, le vie, i luoghi sono recanatesi come tutta la vicenda che si svolge fantasticamente nella nostra città leopardiana.
La trama racconta dello zio Gustì, sindaco della sua città, uomo un po’ credulone, si reca a Recanati a trovare, improvvisamente, il nipote Francesco che millanta di essere diventato dottore in psichiatria. Costui inventa tante scuse per farsi mandare i soldi e farsi mantenere gli studi. Per questo motivo, all’arrivo dello zio, mette in scena, insieme all’amico Michele, un nuovo raggiro facendogli visitare una clinica per alienati mentali che altro non è che un vero albergo dove lo stesso risiede e i presunti pazzi non sono altro che gli eccentrici avventori e clienti della struttura.